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Alessandro CARTA
Diplomato ISEF – Allenatore di Base
LA COMPOSIZIONE DEL GRUPPO PORTIERI NELLA SCUOLA CALCIO
Esperienze maturate come allenatore dei portieri nei settori
giovanili prima della Lodigiani Calcio e attualmente
della S.S. Lazio
La
composizione del gruppo portieri assume all'interno della Scuola Calcio un
aspetto particolarmente delicato in quanto, se male
indirizzata o se condizionata da prototipi mutuati dal calcio adulto,
potrebbe influenzare negativamente la sfera
psicologica del giovane allievo.
Risulta fondamentale, pertanto, evitare selezioni o
provini che potrebbero suscitare nei bambini aspettative e delusioni
conseguenti a prove o prestazioni inadeguate, con inevitabili allontanamenti
precoci dal ruolo o addirittura dallo sport che il bambino desiderava
praticare.
E'
altresì impensabile che la scelta del portiere nella Scuola Calcio venga assoggettata a criteri di classificazione sicuramente
adattabili al portiere adulto, ove la statura (elemento fondamentale solo dopo
la pubertà) rappresenta troppo spesso anche nei settori giovanili l'unico
criterio di selezione e scelta dei portieri.
Nella
Scuola Calcio è consigliabile instaurare il gruppo portieri a
partire dalla categoria pulcini (8 anni di età) sino agli esordienti, in
quanto si tratta di un ruolo complesso e non perseguibile nei "Primi
calci" ove le esperienze motorie devono essere diversificate e meno
specializzanti.
Il
gruppo portieri nella Scuola Calcio per definizione
deve essere un gruppo "aperto", ovvero reversibile al cambiamento di
opinione da parte dell'allievo che potrebbe stancarsi del ruolo e non essere
contento della scelta precedentemente maturata; "aperto" perché in
qualsiasi momento dell'anno deve consentire l'inserimento di altri allievi che
esprimano tale volontà; "aperto" in quanto l'istruttore non deve in
nessun modo influenzare la personalità del bambino che spontaneamente deve
avvicinarsi al ruolo del portiere.
E'
consigliabile in sede di iscrizione rendere noto ai
genitori ed ai bambini che all'interno della Scuola Calcio sarà possibile
effettuare anche la Scuola Portieri ed invitare alle lezioni i bambini che
volessero "provare" a fare i portieri.
Pertanto, come specificato nella Tabella 1, la prima
tappa fondamentale per la composizione del gruppo portieri deve necessariamente
essere la motivazione del bambino il quale spontaneamente, senza alcun
condizionamento psicologico, si avvicina al ruolo del portiere; l'istruttore
dovrà esclusivamente alimentare tale spontanea decisione del bambino,
consolidando la motivazione e lasciando spazio nelle lezioni all'elemento
ludico che nella Scuola Calcio non può essere trascurato.
tab. 1
BAMBINO: MOTIVAZIONE |
EGOCENTRISMO IMITAZIONE FASCINO
DEL RUOLO |
ISTRUTTORE: CONSOLIDA LA MOTIVAZIONE |
LA MOTIVAZIONE DEL BAMBINO
Per
quale motivo un bambino di 7-8 anni dovrebbe scegliere il ruolo del portiere,
così pieno di responsabilità?
Abbiamo
evidenziato nella tabella 1 tre elementi che giustificano le motivazioni che un
bambino della Scuola Calcio potrebbe avere nella scelta di ricoprire un ruolo
così delicato:
a)
EGOCENTRISMO: ovvero la necessità da
parte del bambino di emergere dal gruppo della Scuola Calcio
dove forse i bambini si sentono tra di loro troppo "uguali"; magari
anche solo per avere una maglia ed un completo (maglie eleganti e vivaci,
guanti e cappello) diversi dagli altri compagni; ed in tale scelta, che
soddisfa l'esigenza di emergere, il bambino rivela una sua personalità ben
delineata e poteri decisionali che spesso vanno già in contrasto con il volere
dei genitori.
b)
IMITAZIONE: da non sottovalutare il desiderio di imitazione che il bambino può comunque nutrire nei
confronti dei vari interpreti del ruolo, spesso molto simpatici ed estroversi,
in grado di stimolare il bambino a ripetere le loro gesta "eroiche" e
documentate dai mezzi di informazione.
c)
FASCINO DEL RUOLO: come terzo elemento motivazionale, ma non come
ultimo in ordine di importanza, evidenziamo il fascino
che riveste il ruolo del portiere, da equiparare al fascino ed alle reazioni
che può suscitare un giocatore che realizza una segnatura, infatti anche una
parata spettacolare e difficile od un goal evitato in extremis possono
provocare tali sensazioni. Non a caso spesso gli elementi portanti della
squadra sono il portiere e il centravanti, ovvero chi
realizza e chi salva il risultato.
IL RUOLO DELL'ISTRUTTORE
La
Scuola Calcio dovrebbe sempre avere un preparatore specifico per i portieri,
possibilmente ex portiere con una perfetta conoscenza
del ruolo, qualificato in materia di preparazione fisica nella Scuola Calcio e
in grado di rispettare le tappe dello sviluppo psico-motorio del bambino.
Come
più volte sottolineato l'istruttore non deve
influenzare le decisioni del bambino, ma alimenta la scelta una volta che
l'allievo manifesta la volontà di ricoprire tale ruolo rendendo le lezioni
divertenti, ludiche e in grado di appagare il desiderio del bambino di
apprendere la tecnica di base del portiere. In tal modo l'istruttore consolida
la spinta motivazionale che ha portato il bambino a
scegliere il ruolo del portiere.
Appare
evidente, vista la difficoltà del ruolo, la necessità di evitare delusioni o
prematuri cambiamenti di opinione da parte del bambino
che gradualmente dovrà memorizzare la tecnica e i gesti motori del portiere.
Pertanto le lezioni dovranno svolgersi in un clima di massima serenità e
armonia, con particolare attenzione all'assistenza allo scopo di evitare traumi
o infortuni che potrebbero allontanare il bambino dal
ruolo. Per tale motivo è consigliabile effettuare dei
test d'ingresso e suddividere il gruppo portieri composto da bambini della
Categoria Pulcini ed Esordienti, ovvero compresi nella fascia d'età dagli 8 ai
12 anni, in sottogruppi per età biologica piuttosto che cronologica, e
impiegare tutti i mezzi idonei (ad esempio materassini per attutire le cadute
dalla fase di volo, palloni di gomma e guanti per le prime lezioni sulle
respinte di pugno) per la prevenzione degli infortuni.
Una volta composto e stabilizzato il gruppo portieri, che può
essere di 8 -12 unità per istruttore, si potrà sviluppare la programmazione
prefissata (annuale, periodica, settimanale) che porterà allo sviluppo della
personalità del giovane portiere attraverso gli obiettivi specifici o le
condotte motorie tipiche del portiere che di seguito indichiamo tabella 2.
tab. 2
POSIZIONAMENTO |
|
PRESA |
|
RESPINTA |
|
RILANCIO |
|
Nel
perseguire tali obiettivi l'istruttore dovrà sviluppare negli allievi
l'apprendimento delle capacità coordinative, con particolare riferimento
all'orientamento spazio-temporale.
Attraverso
esercitazioni miranti a creare un'ampia base di esperienze
motorie (ad esempio la preacrobatica), l'istruttore favorirà nel bambino
l'elaborazione e la cognizione dello schema corporeo sia nelle fasi di
posizionamento che nelle situazioni di movimento nello spazio. Appare altresì
importante evitare premature sollecitazioni allo sviluppo delle capacità
condizionali, in quanto allenare allievi di 8 -12 anni con esercitazioni
finalizzate all'incremento della forza o della resistenza provoca, in tali
fasce d'età, notevoli scompensi all'accrescimento fisico del bambino.
Nonostante
l'esistenza di appositi corsi di qualificazione o di
aggiornamento, troppo spesso ancora oggi assistiamo ad esercitazioni tipiche
del calcio adulto, assolutamente fuori luogo e improponibili se applicate nel
contesto della Scuola Calcio.
E'
fondamentale dunque affidare i nostri ragazzi a Tecnici qualificati, aggiornati
e non improvvisati, in grado di saper programmare l'anno calcistico e di
perseguire con gradualità gli obiettivi specifici prestabiliti. Nel gruppo
portieri la programmazione dovrà essere graduale e mirata per ogni fascia
d'età, tenendo conto che si alleneranno insieme ragazzi di 12 anni con bambini
di 8 anni; per questo motivo è consigliabile suddividere il gruppo portieri in
sottogruppi omogenei per età biologica più che cronologica, evitando di
pretendere dai più piccoli gli stessi progressi riscontrati nei ragazzi in età
prepuberale; l'istruttore dovrà conoscere perfettamente il profilo psicomotorio
del bambino ovvero osservarne il comportamento in relazione
agli obiettivi specifici tipici del portiere (condotte mot. tab. 2).
IL PROFILO PSICOMOTORIO DEL GIOVANE PORTIERE
Evidenziamo di seguito il profilo e il
comportamento psicomotorio del giovane portiere in relazione
agli obiettivi specifici del ruolo:
a)
POSIZIONAMENTO
·
Nella categoria Pulcini, ovvero nella
fascia d'età 8 -10 anni, il giovane portiere ancora non percepisce il
"senso" della posizione; in particolare se le dimensioni della porta
sono troppo grandi (ad esempio nelle porte regolamentari) evidenzia un naturale
e spontaneo atteggiamento di difesa, posizionandosi eccessivamente vicino alla
linea di porta; in ogni caso si trova spesso "spiazzato" con
difficoltà negli spostamenti laterali ed in ritardo rispetto all'evolversi
delle situazioni di gioco.
·
Negli Esordienti, fascia d'età 10-12 anni, si riscontra un
miglioramento del "senso" della posizione sia nelle varie situazioni
di gioco difensive (in porta) che nelle fasi offensive; il portiere partecipa
maggiormente al gioco collettivo facendosi trovare pronto al limite dell'area quando la propria squadra attacca.
b)
PRESA
·
Pulcini: il bambino predilige la presa all'addome in quanto la
ritiene più facile e sicura, anche se la palla è alta o proviene dall'alto; si
evidenziano comunque notevoli problemi di presa
particolarmente nelle traiettorie alte. Tale difficoltà è da imputare a motivi di ordine morfologico (la mano è ancora troppo piccola
rispetto alla circonferenza della palla), coordinativo (le mani spesso non sono
allineate al momento dell'impatto con la palla), cognitivo (in quanto le
traiettorie alte richiedono un'elaborazione più complessa rispetto ai tiri
rasoterra o a mezza altezza).
·
Esordienti: migliorano le capacità coordinative e si affinano i
gesti tecnici, rimane il problema nella elaborazione
cognitiva delle traiettorie alte con difficoltà nella coordinazione
spazio-temporale.
c)
RESPINTA
·
Negli allievi di 8-10 anni riscontriamo notevoli difficoltà sia
nelle respinte a mano aperta che in quelle di pugno; il bambino, infatti, non
riesce a dare forza alla respinta e pertanto non indirizza in modo volontario
il pallone. In tale fascia d'età inoltre si può riscontrare che gli allievi non
utilizzano mai la respinta laterale di sicurezza. Per il bambino risulta infatti già appagante il fatto di essere comunque
entrato in contatto con la palla e non importa se la respinta, quasi sempre
centrale, determina un nuovo intervento dell'avversario.
·
Negli allievi in fase prepuberale notiamo un naturale incremento
delle capacità condizionali e pertanto anche le respinte con le mani o con i
pugni risultano più efficaci e meglio indirizzate; in
particolare il giovane portiere comprende l'importanza della respinta laterale
e la utilizza con maggiore precisione.
d)
RILANCIO
·
I Pulcini usano molto il rilancio rasoterra con le mani in quanto i
rilanci a mezz'altezza o quelli dall'alto richiedono una maggiore coordinazione
e si utilizzano per raggiungere un compagno a media e lunga distanza; per i
noti motivi di carenza di forza i bambini di 8-10 anni
non sono in grado di ricoprire tali distanze attraverso i rilanci con le mani
preferendo pertanto l'utilizzo dei rinvii con i piedi. Questi ultimi però risultano ancora imprecisi, deboli e difficilmente
applicabili in chiave tattica (ad esempio per servire un compagno in fase di
ripartenza).
·
Gli Esordienti riescono ad effettuare i
rilanci con le mani ed i rinvii con i piedi anche in chiave tattica; ovvero
l'incremento delle capacità coordinative e condizionali, nonché la maturazione
e l'affinamento dei processi intellettuali consentono all'allievo di 12 anni di
utilizzare tali obiettivi specifici in rapporto alla posizione dei compagni di
squadra ed in relazione alle varie situazioni di gioco.
CONCLUSIONI
Composizione gruppo portieri nella Scuola Calcio:
·
gruppo aperto, composto in seguito a spinta
motivazionale del bambino;
·
l'istruttore consolida la motivazione;
·
le esercitazioni conservano l'aspetto ludico;
·
le capacità coordinative sono alla base di tutte le
lezioni;
·
la programmazione sviluppa
con gradualità la personalità del bambino attraverso gli obiettivi specifici o
condotte motorie tipiche del portiere.